Una settimana ricca di appuntamenti per la nostra autrice Manuela Magi, che ha presentato il suo libro a Serra San Quirico, Pesaro e Tolentino.
Le donne di cui parla la nostra autrice sono le nostre madri, le figlie, le zie, le cassiere del supermercato dove facciamo la spesa; sono le parrucchiere, le casalinghe, le impiegate dei ministeri, le commesse dei negozi che siamo solite frequentare. Siamo noi.
Noi a vent'anni, a trenta, da anziane o ancora sui banchi di scuola. Siamo noi che viviamo, tra una lacrima e un sorriso, tra luci e ombre ma, comunque, sempre in pista, sino all'ultimo ballo. C'è chi ha lasciato il locale prima che chiudesse, chi ha preferito restare seduta a guardare le altre e chi avrebbe tanto desiderato danzare e scatenarsi ma nessuno l'ha invitata e non ha avuto il coraggio di affrontare il giudizio altrui e farlo da sola. Siamo noi donne ma anche la nostra parte maschile, solitamente nascosta per indole o per costrizione, che decide, prepotentemente, di prendere il sopravvento sulle mancanze, di rimboccarsi le maniche e stringere i denti per andare avanti e risolvere i problemi. Non sempre, però: a volte. Altre, è proprio la femmina a prevalere, con le sue fragilità e gli stereotipi imposti da una mentalità arcaica e opprimente come quella del Vicolo Stretto, dove si svolgono le vicende raccontate dall'autrice che, in qualità di voce narrante, diviene Fosca.
Verrebbe da pensare che Nel Vicolo Stretto sia una lettura adatta soltanto alle donne, invece è proprio il contrario: noi ci sappiamo già. Come dicevo all'inizio, i racconti di Manuela Magi, vere e proprie testimonianze di vita vissuta in prima, seconda o terza persona, svelano la parte sapientemente occultata dalle protagoniste, il loro lato nascosto, quello che pare così complesso e difficile da comprendere, per gli uomini. Ecco perché, le varie Lucia, Clarissa, Margherita e tutte le altre diventano la chiave per forzare la serratura che tante, troppe di noi hanno usato per proteggersi dai dolori, le sofferenze e i soprusi inflitti da chi non ha saputo o voluto capire fino in fondo. In questo libro ci sono i pensieri segreti, quelli da non rivelare nemmeno a noi stesse, per timore di sentirci fuori posto, inadeguate, meschine, disoneste. Ed è proprio in questo raccontare senza ipocrisia, che l'autrice fornisce al lettore maschile un'arma di pace. Parrebbe un ossimoro ma è la definizione, a mio parere, più adatta per dare un nome al sinora impossibile tentativo di conoscere davvero l'universo femminile: oltre le apparenze volute dall'ambiente circostante, oltre i doveri, i pregiudizi, oltre quel 'buon vivere' che poi buon vivere non è. Anzi. In queste pagine molti di noi, uomini e donne, scopriranno finalmente delle verità di una semplicità imbarazzante, troveranno l'essenza, il pensiero. Dunque, la soluzione.
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