L'ormone dell'amore - l'ossitocina.

 Ossitocina, l'ormone dell'amore che aiuta a vivere meglio



Sentirsi amati, e amare, facilita la vita. È proprio così e lo dice la scienza. L’ossitocina aumenta nel sangue e nel cervello quando ci si regala un abbraccio desiderato, quando ci si abbandona a una carezza sognata, quando si fa l’amore. Merita conoscerlo, in un’epoca in cui pur essendo iperconnessi ci sentiamo sempre più soli, più tristi e più depressi: quanta salute stiamo perdendo (anche) per l’esasperazione della vita digitale a scapito della vita reale?

Ossitocina caratteristiche e funzioni dell'ormone dell'amore

È un neuro-ormone, prodotto dal cervello, costituito da nove aminoacidi. E’ molto antico, ben conservato nella scala evolutiva, perché svolge funzioni fondamentali per la sopravvivenza. “Ossitocina” deriva dal greco, e significa “parto rapido”: la sua prima funzione scoperta fu lo stimolo delle contrazioni della parete uterina al termine della gravidanza, per facilitare il parto.  In seguito, emerse che l’ossitocina aumenta nel sangue di mamma e bambino durante l’allattamento al seno: facilita così il legame di attaccamento affettivo reciproco, tra la mamma e il suo piccolo, perché scrive nel cervello di entrambi, a ogni poppata, chi è la persona che li rende felici. L’ossitocina attiva infatti il sistema di ricompensa, e fa percepire una profonda gratificazione in risposta a un comportamento che dà gioia e affetto.

È l’ormone che sale quando si formano le coppie


La capacità di formare relazioni cooperative a lungo termine è una delle premesse fondamentali per l’evoluzione dell’uomo in cui è in gioco l’
ormone dell’ ossitocina.
Alcuni ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Leipzig in Germania hanno studiato questa capacità nei primati non umani (scimpanzè). I protagonisti dello studio circa 26 scimpanzè della Budongo Forest in Uganda. In particolare è stato misurato il livello di ossitocina nell’urina degli scimpanzè a seguito di comportamenti di condivisione del cibo. I risultati evidenziano elevati livelli di ossitocina negli individui alle prese con la condivisione di cibo rispetto a scimpanzè coinvolti in altre attività sociali. Per esempio, si è riscontrato un livello maggiore di ossitocina durante l’attività della condivisione di cibo rispetto a comportamenti di grooming, l’attività di reciproco spulciamento tra consimili. In altre partole è come se donare e ricevere cibo fosse evolutivamente più saliente rispetto al grooming; basti pensare anche alle evidenze dei meccanismi neurobiologici per cui l’ ossitocina regola la relazione umana madre-neonato durante l’allattamento.
In altre parole è molto più potente per la creazione e il mantenimento dei legami sociali – almeno nella comunità dei primati non umani – donare e ricevere nutrimento e cibo, e il tutto viene biologicamente sancito dai maggiori livelli di ossitocina.
I risultati di un nuovo studio pubblicato in The Journal of Neuroscience suggeriscono inoltre che l’ ossitocina può contribuire alla fedeltà nelle relazioni di monogamia. Sembra infatti che gli uomini sentimentalmente impegnati, sotto l’effetto di questo ormone, tendano a tenere a “distanza di sicurezza” donne sconosciute giudicate attraenti e mantenendo quindi la condizione di monogamia. Grazie a questo studio, condotto alla Universität Bonn, i ricercatori hanno scoperto che l’ ossitocina è efficace nel rinforzare l’evitamento di donne attraenti negli uomini impegnati in una relazione sentimentale, mentre non avrebbe nessun effetto sugli uomini single. I ricercatori hanno somministrato ossitocina o placebo attraverso uno spray nasale a un gruppo di maschi eterosessuali; quarantacinque minuti più tardi a ciascuno è stato chiesto di valutare la distanza ideale alla quale collocare una sperimentatrice, giudicata successivamente come attraente per il soggetto. L’ ossitocina ha indotto gli uomini impegnati sentimentalmente, ma non i single, a mantenere una maggiore distanza con la donna. In un secondo esperimento, inoltre, i ricercatori hanno scoperto che l’ ossitocina non ha avuto alcun effetto nella regolazione della distanza interpersonale tra uomini.
Questi risultati replicano quelli di un precedente studio condotto sui roditori, che ha identificato l’ ossitocina come la chiave principale nella formazione del legame di coppia e nella fedeltà monogamica di questi animali. I dati suggeriscono che il ruolo dell’ ossitocina nel promuovere comportamenti di monogamia è conservato dai roditori all’uomo.
L’ossitocina si presenta sempre più come una vera medicina naturale, gentile ed efficace, attiva sul corpo e sullo spirito. Come fa? Ha potenti capacità antinfiammatorie: così facendo potenzia la capacità dell’infiammazione fisiologica di “risolvere” (“resolving”) il fattore lesivo o il danno in corso, riducendo la probabilità che essa diventi patologica, incapace di riparare i danni che l’organismo subisce, e per questo a-finalizzata, “non-resolving” e cronica. E’ questo il denominatore comune di tutte le patologie, prima acute e poi croniche. Ha un effetto protettivo nei confronti delle avversità della vita, fisiche ed emotive, e dei traumi. Influenza sia il sistema immunitario, sia il sistema nervoso autonomo, che governa i processi fondamentali dell’esistenza.
E’ diventata quindi oggetto di intense ricerche, per valutarne il potenziale ruolo come farmaco. Ruolo invece nient’affatto semplice, perché ha proprietà chimiche peculiari e sfuggenti. Per esempio, è molto attiva, reagisce rapidamente con altre molecole, fra cui la vasopressina, più antica e a cui somiglia, con effetti che cambiano in relazione al contesto. In più, ha recettori molto condizionati dalle prime esperienze vissute nella vita. Fatti che la rendono sfuggente sul fronte dell’uso come farmaco.
E allora? Visto che tutti preferiremmo terapie “naturali”, perché non valorizzare quei comportamenti che la aumentano naturalmente? Per i nostri bambini, più giochi di gruppo all’aria aperta, alla luce naturale, accrescono l’ossitocina e riducono ansia e disturbi di attenzione. Per gli adolescenti, è indispensabile incoraggiare la vita reale, limitando l’uso esasperato e solitario della vita digitale. Ottimo incoraggiare la cura di un animale domestico, un gatto o un cane, ma anche giocare con i pony, straordinari attivatori di rilascio di ossitocina e riduzione del cortisolo, ormone dello stress, con effetto ansiolitico, come dimostrano molti studi. Per gli anziani, basta chiudersi in casa. Premia la salute uscire tutte le mattine a camminare, meglio se con un coniuge o un amico/a. Ottimi i corsi di ballo, tutto quello che riattiva la liturgia del corteggiamento e attiva i sistemi di ricompensa e le molecole della gioia, attraverso il movimento e la musica in un contesto di amici. Quando si visita una persona malata è terapeutico tenerle la mano, abbracciarla, accarezzarla con rispetto, gentilezza e tenerezza, a seconda del grado di parentela e intimità. L’amica ossitocina ci aiuta a curare, se ci ricordiamo che un gesto d’amore è la prima terapia.

Commenti